Le api stanno sparendo, per chi, come me, è abituato a vederle e conviverci è particolarmente evidente.
Nella casa in montagna, in due fessure del muro della casa accanto, ben visibili dalla mia terrazza, ci sono due alveari. Ci sono sempre stati, da che ne ho memoria. I miei nonni acquistarono questa casa 25 anni fa e loro erano già lì operose e rispettose come sempre. Nel corso degli anni abbiamo assistito alcune volte alla nascita di una nuova regina, ma negli ultimi tre-quattro anni, abbiamo notato la loro difficoltà nel sopravvivere. All’inizio sono morte molte più api rispetto agli anni passati, poi uno dei due alveari sembrava morto. Siamo arrivati al punto in cui entrambi gli alveari erano vuoti. Sono Apis mellifera, le classiche api domestiche allevate dagli apicoltori, ma qui vivono selvatiche, nessuno gli dà fastidio e loro vivono senza infastidire nessuno.
L’anno scorso c’è stata una piccola ripresa, c’erano alcune api nell’alveare più in basso. Erano poche, ma abbastanza per farci sperare un po’. Quando sono arrivata quest’anno, come ogni volta ho subito controllato gli alveari e la situazione era la stessa dell’anno scorso. Nessun miglioramento, ma neanche un peggioramento e questo è bene.
Poi, pochi giorni fa, ho notato alcune api entrare e uscire dall’alveare in altro. Ho pensato fossero alcune delle api dell’alveare in basso, ho pensato fosse strano perché solitamente le due colonie si fanno ognuno gli affari propri, magari qualche ape che aveva trovato l’apertura e la stava esplorando per vedere se c’era qualcosa di interessante.
Infatti erano proprio "api esploratrici", ma non dell’alveare in basso, bensì api che cercavano un luogo adatto dove trasferirsi. Questo l’ho capito un paio di giorni dopo mentre me ne stavo tranquilla al secondo piano, seduta sul letto a disporre i ciondoli dei lacci dei miei nuovi sandali in un modo più logico. Ero lì, con la finestra spalancata, con la micia di fianco interessata al mio lavoro, quando sento un rumore crescere. Un ronzio sempre più potente proveniva dalla mia destra. Quindi ho fatto una pausa, ho alzato la testa, ho guardato a destra e ho visto un’enorme sciame di api fuori dalla mia finestra.
Lo so che una persona normale sarebbe corsa a chiudere tutti le finestre, ma il mio primo pensiero è stato “Oddio. Se ne vanno le api?” quindi sono corsa sul balcone per vedere se erano le api dell’alveare in basso che se ne stavano andando. Per fortuna, erano delle api straniere che arrivavano a colonizzare l’alveare scoperto dalle api esploratrici mandate qualche giorno prima. In pochi minuti, tutte le api sono entrate nella loro nuova casa e ora abbiamo due nuovi alveari abitati.
Erano anni che non vedevo il cielo pieno di api, è stata una bella emozione e anche se è tardi per la sciamatura, spero sia un segno di ripresa. La consapevolezza per l’estinzione di questo animale (ovviamente non solo questa specie di ape, ma anche di tutte le altre) è aumentata negli ultimi anni e spero davvero si riesca a migliorare la situazione. Sto leggendo un libro di Mark L. Winston sulle api e lo trovo molo interessante. Come spiega nel libro, la morte delle api causerebbe all’agricoltura mondiale la perdita di almeno 217 miliardi di dollari, senza contare l’inestimabile danno che si creerebbe alla natura.
Questo è un periodo strano perché una vecchia regina lasci l’alveare per fondarne uno nuovo, è un po’ tardi, ma anche se tardi, da qualche parte c’è una nuova regina che ha iniziato il suo lavoro e qui ci sono due alveari attivi che spero resteranno tali per moltissimi anni.
Nella casa in montagna, in due fessure del muro della casa accanto, ben visibili dalla mia terrazza, ci sono due alveari. Ci sono sempre stati, da che ne ho memoria. I miei nonni acquistarono questa casa 25 anni fa e loro erano già lì operose e rispettose come sempre. Nel corso degli anni abbiamo assistito alcune volte alla nascita di una nuova regina, ma negli ultimi tre-quattro anni, abbiamo notato la loro difficoltà nel sopravvivere. All’inizio sono morte molte più api rispetto agli anni passati, poi uno dei due alveari sembrava morto. Siamo arrivati al punto in cui entrambi gli alveari erano vuoti. Sono Apis mellifera, le classiche api domestiche allevate dagli apicoltori, ma qui vivono selvatiche, nessuno gli dà fastidio e loro vivono senza infastidire nessuno.
L’anno scorso c’è stata una piccola ripresa, c’erano alcune api nell’alveare più in basso. Erano poche, ma abbastanza per farci sperare un po’. Quando sono arrivata quest’anno, come ogni volta ho subito controllato gli alveari e la situazione era la stessa dell’anno scorso. Nessun miglioramento, ma neanche un peggioramento e questo è bene.
Poi, pochi giorni fa, ho notato alcune api entrare e uscire dall’alveare in altro. Ho pensato fossero alcune delle api dell’alveare in basso, ho pensato fosse strano perché solitamente le due colonie si fanno ognuno gli affari propri, magari qualche ape che aveva trovato l’apertura e la stava esplorando per vedere se c’era qualcosa di interessante.
Infatti erano proprio "api esploratrici", ma non dell’alveare in basso, bensì api che cercavano un luogo adatto dove trasferirsi. Questo l’ho capito un paio di giorni dopo mentre me ne stavo tranquilla al secondo piano, seduta sul letto a disporre i ciondoli dei lacci dei miei nuovi sandali in un modo più logico. Ero lì, con la finestra spalancata, con la micia di fianco interessata al mio lavoro, quando sento un rumore crescere. Un ronzio sempre più potente proveniva dalla mia destra. Quindi ho fatto una pausa, ho alzato la testa, ho guardato a destra e ho visto un’enorme sciame di api fuori dalla mia finestra.
Lo so che una persona normale sarebbe corsa a chiudere tutti le finestre, ma il mio primo pensiero è stato “Oddio. Se ne vanno le api?” quindi sono corsa sul balcone per vedere se erano le api dell’alveare in basso che se ne stavano andando. Per fortuna, erano delle api straniere che arrivavano a colonizzare l’alveare scoperto dalle api esploratrici mandate qualche giorno prima. In pochi minuti, tutte le api sono entrate nella loro nuova casa e ora abbiamo due nuovi alveari abitati.
Erano anni che non vedevo il cielo pieno di api, è stata una bella emozione e anche se è tardi per la sciamatura, spero sia un segno di ripresa. La consapevolezza per l’estinzione di questo animale (ovviamente non solo questa specie di ape, ma anche di tutte le altre) è aumentata negli ultimi anni e spero davvero si riesca a migliorare la situazione. Sto leggendo un libro di Mark L. Winston sulle api e lo trovo molo interessante. Come spiega nel libro, la morte delle api causerebbe all’agricoltura mondiale la perdita di almeno 217 miliardi di dollari, senza contare l’inestimabile danno che si creerebbe alla natura.
Questo è un periodo strano perché una vecchia regina lasci l’alveare per fondarne uno nuovo, è un po’ tardi, ma anche se tardi, da qualche parte c’è una nuova regina che ha iniziato il suo lavoro e qui ci sono due alveari attivi che spero resteranno tali per moltissimi anni.
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