Ho letto questo libro circa tre anni fa e ora è diventato uno dei miei preferiti. Non avevo mai letto nulla della
e quindi questo libro è stato una scoperta.
"Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha."
Il romanzo non è altro che una lunga lettera dell'imperatore
Adriano, suddivisa in sei capitoli. L'imperatore, sente avvicinarsi l'ora della sua fine e decide di scrivere una lettera a
Marco Aurelio. L'imperatore rievoca alcuni episodi della propria vita soffermandosi a riflettere sulla vita e la morte, sull'amore (per
Antinoo), sull'uomo e su quale sia il suo posto nel mondo.
Ricostruendo le memorie dell'imperatore romani, Marguerite Yourcenar ha voluto «rifare dall'interno quello che gli archeologi del secolo scorso hanno fatto dall'esterno». Ne risulta così un libro che è al tempo stesso un romanzo, un saggio storico, un'opera di poesia.
Giudicando la propria vita di uomo e l'opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell'umano, ereditato dai Greci, gli fa capire l'importanza di pensare e di servire sino alla fine. «Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo», dice questo personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, tra l'intelligenza e la volontà.
Le Memorie di Adriano che, apparse nel 1951, stanno conoscendo un successo ininterrotto, sono illuminate dai «Taccuini di appunti», momenti di autobiografia, pause emotive e slanci in un lavoro creativo appassionante fino all'identificazione.
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