CITAZIONE
La straordinaria storia dell'uomo è il frutto di un assiduo lavoro comune: un libro di quelli che si leggono, si rileggono e poi, nel tempo si consultano spesso, sicuri di trovare il piacere di una lettura avvincente e interessantissima. I due autori, infatti, ricostruiscono gli esordi della vita umana con la passione di chi "imbastisce" la trama del più avvincente romanzo giallo. Procedendo nella lettura, assisteremo ai miracoli compiuti dalla microscopia elettronica a scansione, che permette di osservare i fossili a livello cellulare e di rilevare in questo modo anche le più piccole usure, i traumi, le malattie delle cellule originarie. Scopriremo come la genetica consenta di ritrovare tracce di DNA sui fossili, di interpretarle, e quindi di stabilire importanti "parentele parallele". Poi seguiremo le avventurose piste del fuoco e le orme "di Laetoli": orme lasciate più di 3 milioni di anni fa da ominidi che camminavano esattamente come noi. Infine, proveremo come "in diretta" l'esaltante esperienza del ritrovamento dei reperti e della loro successiva classificazione al fine di ricostruire la vita quotidiana, le usanze e le abitudini dei nostri lontani progenitori. Ed è così che conosceremo l'aspetto dei nostri antenati, i vari tipi di caccia e di alimentazione, le prime espressioni artistiche e persino l'amore...
La straordinaria storia dell'uomo rappresenta, così, non solo il punto d'arrivo sul tema dell'evoluzione umana ma anche un prezioso supporto per una riflessione su noi stessi, sulla faticosa "estrazione" della nostra specie da una animalità senza storia.
Ho sempre voluto leggere un libro sull’evoluzione umana, un po’ di tempo fa ne ho visto uno in libreria, ma costava più di 50 euro quindi addio. Poco prima di partire per gli Stati Uniti ho ritrovato questo libro stampato nel 1990 tra i vari libri che teniamo nel mobile in cucina e ho deciso di leggerlo. Mi è piaciuto molto. Sono sicura che alcune delle cose scritte nel libro siano ormai concetti superati o comunque di cui oggi si conosce di più (ricordo proprio un servizio recente di Superquark a proposito di Neanderthal e Sapiens che differisce un po’ dal libro), ma per il resto l’ho trovato molto istruttivo e interessante.
Prima di tutto, io sapevo poco o niente della nascita e dell’evoluzione dell’uomo, solo nomi sparsi che non sapevo neppure mettere in fila. Non ho paura di dire che mi sono resa conto solo leggendo questo libro che l’età della pietra, del ferro, il neolitico,
sono tutte epoche del Sapiens. D’altra parte la preistoria si studia solo alle elementari e rimane un po’ come un vago ricordo tutto scomposto quando si cresce. Per me, almeno, è stato così. Quindi sono stata felice di aver letto questo libro e aver imparato e re-imparato alcune cose riguardo all’evoluzione umana.
Per quanto riguarda lo stile di scrittura, è semplice e diretto, anche quando si addentra in argomenti un po’ più tecnici come le analisi dei reperti, la lettura non diventa pesante e sono riuscita a leggere con interesse ogni parte del libro.
Il libro ripercorre la storia dell’uomo partendo dal Purgatorius, il mammifero (una sorta di ratto) a capo della nostra linea evolutiva 70 milioni di anni fa. Poi passa ad analizzare il Rift africano, la linea immaginaria che separa i luoghi in cui si è sviluppata la linea umana da quelli dove si sono originati gli altri primati. Noi siamo nati nelle savane dell’africa dell’est. Il libro percorre l’evoluzione a partire dalle impronte di Lateoli passando per gli Australopiteci (afarensis, robustus, boisei),l’Homo habilis, l’Homo erectus, l’uomo di Neanderthal e finendo non con i Sapiens, ma con un’analisi del presente e di cosa ci porteranno in futuro le nuove tecnologie. Mi sono piaciuti anche i capitoli di appendice dedicati alla datazione, i traumi, i denti e l’uso di strumenti.
Ho trovato particolarmente interessante il Neanderthal, tant’è che ho fatto varie ricerche sull’argomento dopo aver terminato il libro. Come viene precisato più volte nel libro, la nostra evoluzione non è una linea diretta, ma più che altro una serie di rami di un cespuglio il cui unico superstite è il sapiens. Noi non ci siamo evoluti direttamente dal Neanderthal, ma piuttosto dall’erectus, poi le migrazioni dall’Africa al resto del mondo hanno portato a incroci, così oggi il nostro DNA è circa al 3% ereditato dai Neanderthal. Io lo trovo stupendo.
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