ncora una volta le deboli ginocchia di Noä cedettero sotto il peso del suo corpo, facendola affondare nella freddissima neve del nord. La tempesta nella quale l'intero gruppo di fuggitivi stava viaggiando era stata già abbastanza inclemente: quanti erano già morti in quella traversata? Quante volte aveva suonato il suo violino per una triste e malinconica canzone d'addio?
La giovane mezzelfa dagli occhi a mandorla ed i capelli ormai completamente spettinati ed annodati aveva perso il conto.
Il morale di tutti era sceso sotto quello spesso e soffice strato di neve quando il giovane principe Peridas era morto. Aveva solo tredici anni ed una terribile malattia di quelle fredde Terre Arcane se l'era portato via.
«Noä!» La voce maschile di un soldato si avvicinò immediatamente alle orecchie a punta della giovane. Era Tyler, suo marito.
La mano della mezzelfa corse rapida al grembo rigonfio, quello in cui portava ormai da quattro mesi un germoglio di vita.
I denti si strinsero, lo sguardo si abbassò, le mani tremarono ancora, mentre il soldato con gentilezza rimetteva la moglie in piedi.
«Non ce la faccio più.» Comunicò la giovane, disperata con le mani a coprire la pancia e il figlio che non smetteva di scalciare, sempre più debolmente.
Aveva così tanta voglia di piangere: che senso aveva continuare a mentire? Erano tutti disperati ormai, la terra che avevano abbandonato era lontana e non ammetteva ritorno. La terra davanti a loro, forse inesistente.
«Resisti moglie mia. Ci accamperemo il prima possibile.» La voc...
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